testi a cura di Sara Valeria Belfiore
Il 24 luglio 2020 il dott. Biagio Vitale è stato ufficialmente insignito vincitore del Concorso Nazionale Leonardo da Vinci 2020 dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI):
Comunicazione vincita del premio Leonardo 2020 della CRUI al dott. Vitale
Si tratta di un premio alla ricerca artistico-scientifica, appositamente istituito per il cinquecentenario della morte (1519-2019) del grande uomo, al contempo scienziato ed artista della massima levatura internazionale. Il concorso è difatti espressamente “finalizzato a valorizzare a livello internazionale le competenze e le capacità del capitale umano della Formazione superiore e della Ricerca italiane”:
Biagio Vitale, già facente parte dell’apprezzato e valente team della segreteria didattica dell’istituzione dell’alta accademia musicale (Afam) “Arcangelo Corelli” di Messina, è anche un plurilaureato presso la stessa istituzione. Il premio è stato attribuito al suo saggio teorico-analitico dal titolo “Per una rappresentazione consapevole e concatenata del sound score. I Concerti in La minore di Clara e Robert Schumann”,
elaborato in estratto dalla sua tesi di laurea di I livello (“Il velo di Iside assai presto sollevato. Analisi comparativa dei Concerti per pianoforte e orchestra di Clara & Robert Schumann”, Biblioteca del Conservatorio, Messina), con il consueto supporto amorevole del suo relatore e curatore Prof. M° Mario Musumeci; il docente stesso per l’occasione ha svolto, con la sua lettera di presentazione, la funzione di tutor.
Un fresco riconoscimento tanto al Conservatorio “Arcangelo Corelli”, l’Istituto Accademico Superiore degli Studi Musicali di Messina, il cui direttore Mº Antonino Averna ha proposto a suo tempo la candidatura, quanto alle tradizioni innovative nello specifico campo teorico-analitico, in esso inaugurate già a partire dalla seconda metà degli anni ottanta e ininterrottamente supportate dallo stesso docente di Vitale: Mario Musumeci, decano per l’intero corso della sua carriera di quell’innovazione; fino ad essere oggi riconosciuto nell’evidenza del curriculum come l’incontestabile ideale continuatore del caposcuola, padre dell’analisi musicale in Italia, Marco de Natale.
Va evidenziato come il premio sia espressamente finalizzato alla “valorizzazione del capitale umano della ricerca italiana” nonché alla “realizzazione della internazionalizzazione della formazione superiore” accademico-universitaria. Cfr. il
da cui si evince come si tratti del massimo riconoscimento attribuibile ad istituzioni accademiche italiane impegnate nella ricerca scientifica in tutti i campi dello scibile: “Dieci Medaglie “Leonardo Da Vinci” per il miglior elaborato originale scientifico o artistico, riferibile alle categorie dei giovani ricercatori, dottori di ricerca e dottorandi, specializzati e specializzandi, cultori della materia, studenti con laurea specialistica/magistrale e studenti con diploma accademico di secondo livello (AFAM).” E difatti “La fase di proposta delle candidature ha visto partecipare tutte le Istituzioni italiane della Formazione superiore, dipartimenti universitari, facoltà, accademie, conservatori e istituti superiori per l’industria artistica (ISIA). Inoltre sono state ammesse alla proposta di candidatura per l’Azione 3 [NdR: le medaglie riservate ai giovani studiosi] anche le Ambasciate Italiane all’estero. Il processo di valutazione ha coinvolto presso il MIUR: il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e le conferenze dei Direttori delle Accademie di Belle Arti e dei Conservatori di Musica, riuniti in un’apposita Commissione, coordinata dal MIUR.” E pertanto “La Commissione ministeriale ha concluso i lavori con la pubblicazione delle liste dei vincitori. Si è trattato di una grande collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. Collaborazione che ha inaugurato, con questa prima edizione, le celebrazioni della Giornata delle Ricerca italiana nel mondo che ogni anno avranno luogo in tutto il mondo oggi, data di nascita di Leonardo da Vinci.”
Nel nostro caso una ricerca scientifica da intendersi, in campo artistico musicale, nel senso più ampiamente speculativo che possa riconoscere la recente solo bisecolare tradizione musicologica storico-sistematica. Ossia proprio nel senso della gloriosa Musica Theorica, semmai di più che millenaria tradizione nell’Italia solo geografica: sua culla dal Medioevo fino al Rinascimento ed oltre! Ma che appresso, sovrastata da più avanzate tradizioni nord-europee, ha purtroppo avuto un risveglio solo nell’ultimo mezzo secolo ad opera di poche ma bene agguerrite personalità di studiosi e didatti innovativi. Ciononostante che ancora attende di vedersi attribuito un ruolo più attivo e meglio supportato nell’Afam, rispetto le sporadiche vicende di singoli attivi studiosi sparsi e, nell’assenza di valide strutture di apposito sostegno, tra loro incomunicanti lungo la penisola; isole comprese: Messina e Catania – città-provincie originarie del vincitore e del suo tutor – … stanno entrambe in Sicilia (patria elettiva, nel Basso Medioevo, di Federico II di Hohenstaufen: Imperatore del Sacro Romano Impero, ma che come Re di Sicilia fu definito “stupor mundi” proprio per quella sua grandezza che fece dell’isola lo straordinario centro politico-economico-sociale e linguistico-culturale-artistico propulsore per l’Italia tutta alle soglie dell’Umanesimo e del Rinascimento).
Dunque il premio al dott. Vitale e all’istituzione messinese (nonché al suo docente catanese, ma messinese di adozione lavorativa) va certo considerato come un importante biglietto da visita della comunità accademico-universitaria italiana per il suo stesso riconoscimento nella ben più ampia comunità accademica internazionale. Ma anche (si vuole sperare) come un segnale positivo di risveglio nazionale per il futuro della ricerca specificamente musicale/musicologica: un inscindibile binomio che costituisce l’origine e la motivazione di questo stesso sito professionale, fondato e diretto come web-master proprio dall’eminente studioso Mario Musumeci, già a suo tempo insegnante di discipline teorico-analitico-compositive del vincitore.
Così proprio nel senso di quella stretta incidenza ontologica tra Arte e Creatività sul versante mancino di un più moderno Parnaso e Scienza e Conoscenza sull’altro suo più diritto/diretto versante, una prospettiva di vita che ha informato la vita e le opere del grande Leonardo da Vinci, piace richiamarne qui proprio i fondamenti rinnovati a partire dalla prospettata originaria e grande Theoria musicale (oggi di necessità disambiguata e riqualificata in Teoria generale della musica). In quanto enunciati proprio ab initio dal Musumeci, tutor curatore-relatore del dott. Vitale.
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Un avvio dichiarato e dimostrato già in una sua oramai lontana ma memorabile lectio magistralis (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2010/02/28/lectio-magistralis-di-mario-musumeci-alla-prima-cerimonia-inaugurale-dellanno-accademico-2005-2006/). Più di recente nei fondamenti approfonditi in un’ininterrotta e vieppiù potenziata attività pubblicistica e soprattutto trattatistica L’evoluzione della strutturazione fisiologico-cognitiva del pensiero musicale – Presentazione di due trattati del Prof. Mario Musumeci; arricchiti nel protagonistico confronto comparativo dall’attività convegnistica (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2018/09/10/convegno-internazionale-su-analisi-e-interpretazione-a-messina-7-8-9-giugno-2018/). E sempre diffusi, oltre che nell’attività didattica (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2020/08/02/un-anno-di-didattica-on-line/), anche in attività di appropriata promozione scientifica (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2019/02/17/il-pensiero-musicale-tra-multidisciplinarieta-e-metamorfosi-linguistiche-presentazione-uni-me/) e didattica (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2019/05/16/la-trattatistica-musicologico-musicale-di-mario-musumeci-al-conservatorio-di-milano/). Fino, dulcis in fundo, all’ancora protagonistica – ma tanto emozionale quanto ragionata – commemorazione ufficiale e celebrativa del proprio amato caposcuola (https://musicaemusicologia.wordpress.com/2019/10/17/lanalisi-musicale-per-la-didattica-dellascolto-in-memoria-di-marco-de-natale-convegno-di-studi-bari-25-26-ottobre-2019/): svolta al modo più sentito, sempre affettuoso e riconoscente, dell’adempiuta ed umile consegna del testimone da lui a suo tempo ricevuto.
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Una lunga e non improvvisata vicenda è dunque la carriera di didatta e di studioso ricercatore vissuta dal Prof. Musumeci. E questo indiretto riconoscimento alla sua Scuola è forse una tra le più grandi soddisfazioni, proprio per l’aver sempre preferito mettere davanti a sé stesso e alla propria inesauribile sete di conoscenza l’importanza della relazione interpersonale e della connessa funzione pedagogico-formativa: una relazione in primis con i propri stessi più coinvolti e valenti studenti, divenuti così i “propri allievi” di cui innanzitutto andare fiero! Il riconoscimento al suo bravo allievo così adesso incoronato studioso, il dott. Biagio Vitale, prevede oltre che una ragguardevole borsa di studio in denaro anche la prestigiosa medaglia “Leonardo da Vinci”, nonché il diploma di formale attribuzione. Costituendo innanzitutto un importante arricchimento del curriculum artistico-culturale-professionale. A Biagio allora va innanzitutto bene augurato un radioso futuro!
Va pure segnalato un altro dato oltremodo lusinghiero. Nell’occasione il dott. Vitale è stato l’unico allievo vincitore laureatosi presso un’istituzione accademica dell’Alta Formazione Musicale ed Artistica – appunto l’Istituto Superiore degli Studi Musicali “Conservatorio Arcangelo Corelli” di Messina – accanto a laureati di varie prestigiose istituzioni universitarie italiane: Dipartimenti del Politecnico di Torino, della Bocconi di Milano, de La Sapienza di Roma, dell’Università di Catania …
(I premi attribuiti, nell’Azione 1, ai conservatori parmense e vicentino erano riferiti a progetti di studio specificamente avanzati dai docenti vincitori)
Del saggio è stata prevista la pubblicazione per esteso nella prestigiosa collana di miscellanee teorico-musicologiche dei “Quaderni del Conservatorio di Messina”, al prossimo n. IX. Mentre la cerimonia ufficiale e celebrativa di conferimento delle medaglie ai vincitori è prevista per il mese di settembre, pandemia permettendo.
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Ecco una breve sintesi motivazionale dell’impostazione di fondo del lavoro.
Epidemia di colera in Germania nella prima metà dell’ottocento: il contesto storico e cronachistico in cui si predispone il legame profondo, artistico-culturale prima e simbiotico-coniugale dopo, tra la giovanissima Clara ed il più maturo Robert. Lei già molto precocemente proiettata verso gli allori del concertismo pianistico, lui già apprezzato musicista compositore e pianista nonché brillante critico musicale.
Lei al momento ancora sotto la prepotente tutela dell’arcigno padre Friedrich Wieck, didatta pianista stimato e rigoroso ma musicalmente mediocre e culturalmente limitato. Wieck, da padre violentemente possessivo qual era, contrasterà vita natural durante il matrimonio tra la figlia Clara e il musicista innovatore Robert Schumann.
La comparazione analitico-testuale e critico-estetica tra i due concerti per pianoforte ed orchestra, l’uno pressoché ineseguito di Clara e l’altro arcinoto ed eseguitissimo di Robert, alla luce di questa progressiva simbiosi umana ed artistica. Che bene illustra questa cronaca ottocentesca, esprimendola fino alla disvelata ineffabilità di una sonorità intimamente vissuta e pure narrativamente congruente. Così diventando la musica uno specchio del tempo, tra corsi e ricorsi storici, finanche riconoscibile nella drammatica ma realisticamente umana cronaca odierna…
Ed ecco le più esaustive motivazioni proposte in candidatura dall’Autore stesso:
I giorni nei quali queste righe vedono la luce non sono dei migliori ma – forse – sono inestimabili per riprendere le fila di progetti interrotti, conservati in un cassetto sotto chiave, che opportunamente ritrovata, ha messo in libertà considerazioni e analogie con significati più cogenti oggi che ieri. Un’epidemia diffusasi in maniera repentina lascia nel cuore della gente un’inquietudine, una ieratica consapevolezza, l’evanescenza del senso della vita: se poi la vita in questione è quella dell’artista, che sente il dovere morale di comunicare il suo lasciarsi attraversare dai sentimenti ineffabili attraverso l’espressione artistica il discorso si fa ancora più etereo.
Specie se a condividere la “bottega creativa”, fuggendo dal virus che svuota le città, c’è confinata in casa un’intera famiglia. Il dramma – o la fortuna – si amplifica se nelle già compromesse dinamiche, ad essere coinvolto non è un solo artista ma due, con l’attrito di un terzo mediocre didatta che si erge a vate incontestabile per età e visione, nella convivenza e condivisione dello stesso tetto. In ultimo, la capacità di resilienza è messa a riprova qualora l’un dei due dovesse mostrare il germe di una doppia personalità, una latente schizofrenia che lo rende instabile come un metronomo incantato.
Scosso sensibilmente dal diffondersi dell’epidemia di colera fra gli anni trenta e quaranta dell’ottocento, Robert Schumann così si esprimerà scrivendo alla sua famiglia: “Miei cari fratelli, devo confessarvi che provo una paura dolorosa e quasi infantile del colera, i cui artigli mi strapperebbero senza complimenti alla mia bella vita consueta. Il pensiero di morire ora, dopo aver trascorso soltanto venti anni in questo mondo, senza aver fatto null’altro che sperperare denaro, mi fa uscire di senno. Sono da qualche giorno in preda a uno stato febbrile; mille progetti m’attraversano il cervello e prendono il volo per poi ritornare. Io sono convinto che un uomo ha il dovere di cercar d’evitare un’epidemia, se può farlo e se le sue condizioni civiche non vi s’oppongono apertamente. (…) Preferirei rimanere qui, perché faccio progressi nella musica e non ho il minimo desiderio di viaggiare; in una parola, sono in una fatale inquietudine e in una tale indecisione, che mi viene talvolta la tentazione di spararmi una pallottola in capo…” ¹
Ma sono questi gli anni quando la quattordicenne Clara Wieck, concertista di fama mondiale e futura moglie dell’immortale compositore, comporrà il Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op. 7, capolavoro raramente eseguito, assegnando alle parole del filosofo danese Kirkegaard un senso paradossalmente profondo: “La musica non esiste se non nell’istante in cui viene eseguita.” ²
Pochi anni dopo, sperimentando esattamente la medesima forma compositiva (la celeberrima op. 54), lo stesso Schumann dà dimostrazione dell’esistenza di un condizionamento artistico, figlio di una benevola quarantena.
Presentando un’analogia incantevole coi tempi moderni, il lavoro proposto vuole essere un grido di speranza in tempi di pandemia, di recessione, di lacrime, un’onesta riflessione su un passato che non fu un punto d’arrivo ma “una pausa coronata con il da capo”, una stagione che giova per chinarsi a raccontare il vissuto del sound escape artistico, spegnendo il volume del caos esterno per tornare ad ascoltarsi e provare a dare forma a quello interiore. E la storia ci ha insegnato che tutto è andato bene.
Messina, 26 aprile 2020 Biagio Vitale
¹ ROBERT SCHUMANN, Lettera a Giulio Schumann da Lipsia, 5 settembre 1831, Zwickau.
² SØREN KIRKEGAARD, Aut-Aut, Mondadori, Milano 1956.
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Di seguito la presentazione del prezioso lavoro, sempre a cura dell’Autore stesso:
ABSTRACT DEL SAGGIO DI TEORIA E ANALISI MUSICALE
“Per una rappresentazione consapevole e concatenata del sound score. I Concerti in La minore di Clara e Robert Schumann”
Una riflessione preparatoria proposta come base per il sound designer, figura nuova nel panorama della disseminazione compositiva, al fine di ottenere delle chiavi di lettura ed interconnessione per rileggere i tesori del passato, è profondamente necessaria, affinché la spiegazione dinamica fatta in prefazione e, di conseguenza, la fruizione allargata delle forme musicali – in questo caso i due Concerti in esame – possa essere narrata dagli “artigiani” e studiosi di Nuove Tecnologie e linguaggi musicali con un approccio quanto mai consapevole e meditato.
Con un elaborato diviso in due parti, quindi, si specifica che i metodi di ricerca attuati nel lavoro proposto analizzano preliminarmente le condizioni storiografiche e le implicazioni socio-psicologiche provenienti dalle fonti coeve che documentano, fra l’altro, anche la diffusione dell’epidemia di colera negli anni trenta e quaranta dell’Ottocento tedesco, corrispondenti altresì ad un alto momento di creatività dei futuri coniugi Clara Wieck e Robert Schumann. In poco meno di un decennio di distanza, difatti, gli stessi si cimenteranno entrambi nella stesura di due opere monumentali, il Concerto per pianoforte e orchestra op. 7 (C. Wieck, 1833 – 1835) ed il Concerto per pianoforte ed orchestra op. 54 (R. Schumann, 1841 – 1845).
La struttura del saggio quindi vede un primo sguardo, seguendo le tesi schumanniane, alla lettura e concezione formale dell’op. 7 di Clara Wieck, arricchita da esempi musicali e incisi isolati, analizzati sulla scorta degli appunti integrati dalle scelte poetiche della grande artista. Proseguendo il lavoro di ricerca con il supporto delle fonti originali di critica musicale che, affrontata in maniera innovativa dall’ideatore della “Davidsbündler” (I fratelli della Lega di Davide) ha posto pietre miliari fino ai giorni nostri – P. Rattalino, A. Edler, R. Rausa, C. Rosen – oltre che la raccolta pubblicata dalla collana EDT dei Diari 1841-1844, annotati da ambo le mani dei due compositori in questione, si propone quindi un’analisi formale, musicale e contenutistica delle due composizioni, scegliendo di affrontare tale lavoro sul modello tracciato dagli approfondimenti saggistici ed epistemologici della musica di Marco De Natale.
Si continua con il lavoro di ricerca musicale analizzando a seguire il concerto op. 54 di Robert Schumann, con le peculiarità care al compositore, quali le Spielfiguren (figure cantabili o melodiche) o i Papillons (letteralmente “farfalle”, piccolissime idee tematiche). Si riflette sull’esigenza del condividere spazi, passioni, correlazioni allo strumento, studi, ideologie: Robert e Clara Schumann non sono rimasti indifferenti l’uno all’altra, l’uno per l’altra, l’una a prò dell’altro. Si è scelto quindi di confrontare le due composizioni fra loro, ottenendone come risultato finale sia una teoria del condizionamento che un modello simbiotico di coniugalità; a tal proposito, il saggio presentato suggerisce i presupposti di base per un’illustrazione su piattaforme informatiche dei due concerti con il metodo della rappresentazione video/solida del sound score per immagini.
E mentre attendiamo una nuova ma cosciente libertà, ci libriamo sulle ali della speranza, con il cuore che palpita di commozione e gratitudine per l’ausilio di una tecnologia audio video essenziale ma più umana, più romantica.
(Messina, 26 aprile 2020)
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Infine ecco il sintetico curriculum (nella versione italiana) presentato nella veste di candidato; da cui si evince come il dott. Biagio Vitale, pure brillantemente attivo già come vincitore di concorso nell’amministrazione didattica conservatoriale (a lui si devono anche attività di aggiornamento per docenti nell’uso dei sussidi informatici a fini amministrativi) e ancor più lodevolmente attivo come buon padre di famiglia, abbia ininterrottamente ad oggi curato la propria formazione accademico-musicale con impegno sempre distinto e con risultati di eccellenza e sicuramente promettenti per il prosieguo della sua carriera lavorativa:
BREVE CURRICULUM VITAE
Biagio Vitale è nato nel 1987. Ha studiato pianoforte principale, conseguendo il Diploma Accademico di I livello nel 2009 presso il Conservatorio di Musica “A. Corelli” di Messina con la discussione della tesi di analisi musicale e relativa performance strumentale sulla dialettica schumanniana, dal titolo “Il Velo di Iside, assai presto sollevato” – sotto la supervisione del docente di teoria e analisi musicale prof. M. Musumeci. Prosegue il suo percorso di studi in composizione, contrappunto e orchestrazione, direzione di coro, composizione di musica per film. Presso lo stesso Conservatorio di musica consegue il Diploma Accademico di II livello in Discipline Musicali ad indirizzo Tecnologico il 21-03-2019 con votazione di 110/110, lode e menzione d’onore, presentando l’opera di sound design “Jubal – tre quadri primitivi sull’origine della musica”. Ha partecipato al Premio Nazionale delle Arti per la categoria “Musica Elettronica e nuove tecnologie”, presentando un’opera acusmatica accolta con particolare interesse di pubblico (2018).
Ha accresciuto il suo interesse per la composizione con contaminazioni elettroacustiche e, contemporaneamente, per le strategie di internazionalizzazione delle disseminazioni della ricerca in campo musicale, frequentando master, convegni, giornate-studio e seminari di ricerca organizzati a livello nazionale presso il Ministero dell’Istruzione e il MAE, nei Conservatori Statali di Musica “G.F. Ghedini” di Cuneo (2010, 2012), “G. Nicolini” di Piacenza (2013), Accademia Nazionale di Danza in Roma (2014), ISIA di Roma (2015), “B. Marcello” di Venezia (2016), “A. Corelli” di Messina (2017, 2019), “A. Casella” di L’Aquila (2018).
Ha effettuato mobilità di studio e ricerca (STT E+ Mobility program) con il programma europeo Erasmus+ presso la Fryderyk Chopin University of Music – Warszawa, Polonia (2014), il Joseph Haydn Konservatorium – Eisenstadt, Austria (2017), il Conservatoire Royal de Bruxelles, Belgio (2018), l’University of Mondragon /
Arrasate – Paesi Baschi, Spagna (2019), oltre alla partecipazione alle diverse iniziative internazionali organizzate dall’Agenzia Erasmus / INDIRE e il team Erasmus Virtual Exchange. Nel 2018 ha partecipato all’European Platform for Artistic Research in Music Conference presso l’ESMAE di Porto, Portogallo, frequentando i seminari di ricerca di composizione elettroacustica organizzati dall’AEC (Association Européenne des Conservatoires, Académies de Musique et Musikhochschulen, con sede a Bruxelles, Belgio).
Lavora ininterrottamente dal 2010 presso la Segreteria Studenti dei Conservatori di Musica italiani; è attualmente nello staff operativo e di europrogettazione dell’Ufficio internazionalizzazione del Conservatorio di musica “A. Corelli” di Messina; insegna Pratica e lettura pianistica presso l’Accademia Nebroidea “Pentamusa” di Capri Leone (ME).
Sposato con Veronica, ha una figlia di quattro anni.
(Messina, 26 aprile 2020)
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