di Mario Musumeci
Di seguito la presentazione della IV lezione di Metodologie dell’analisi II e terza ed ultima delle tre lezioni monografiche sul Magnificat bachiano (2a versione, BWV 243):
MII-4 – Il vocabolario retorico-musicale e la sua attualità
Per lo studio monografico dell’intero corso ancora si rendono qui disponibili partiture e spartito della trascrizione per pianoforte (più le parti cantate, laddove presenti).
Bach – Magnificat (partitura-Schering)
Bach – Magnificat (partitura-midi)
CONSEGNA: dell’ultima Aria-Mottetto e del Coro Sicut locutus studiate in lezione vanno chiosate, sui relativi spartiti (canto e riduzione pianistica) e/o sulla partitura orchestrale-vocale, tutte le indicazioni ricavabili dai due schemi iper-formali dell’opera (in slide e nel testo adottato, approfonditamente commentate); ossia che mettono a confronto le macro-forme di tutti i dodici brani componenti (5 cori e sette arie) e assieme ripartiscono in sezioni ben distinte e caratterizzate ciascuna delle sette arie messe in studio.
Ricordo anche la più generale questione interpretativa da me al proposito trattata e reimpostata del rapporto tra Nuovo e Antico Testamento, da Bach qui reinterpretati: pure se su testo latino (la musica sacra dopo la Riforma in Germania è generalmente in tedesco), secondo la protestante visione cristologica del Cantico di Maria; da ben confrontare in contrapposizione, ma oggi forsanche in reintegrazione, alla visione, tradizionalmente non accettata in ambito luterano, del cattolico culto mariano .
La performance presa a modello è la seguente dell’Ensemble Musica Saeculorum (2016, live in concert) magistralmente impostata e diretta da Philipp von Steinaecker; straordinariamente tanto “moderna” nella sua innovativa lettura interpretativa e assieme tanto “antica” nel suo rigore filologico ed ermeneutico:
Si notino:
- l’uso pressoché integrale di strumenti d’epoca;
- l’uso essenziale e ciò nonostante efficace di organici strumentali ben più ridotti;
- la sostituzione del “coro”, tradizionalmente massivo ed autonomo rispetto i “solisti” con il coro degli stessi solisti e la conseguente maggior agilità e insieme la purezza melodica che ne consegue – il Magnificat bachiano è innanzitutto un canto di lode e dunque di gioia mistica. Abbattimento dei costi e innalzata qualità estetica, ma richiedenti maggiore professionalità di ciascuno;
- il contraltista al posto dell’altus, specie per la migliore fusione timbrica nel duetto (spesso a voci in raddoppio) con il tenore nell’Et misericordiae.
Da porre in maniera argomentata a confronto con le seguenti altre performance:
con strumenti antichi ma con il consueto organico massivo, del Monteverdichor di Würzburg associato al Monteverdi Ensemble diretti da Matthias Beckert (2014):
su partitura scorrevole, del Münchener Bach-Chore associata alla Münchener Bach-Orchester, diretti da Karl Richter (1962):
contrapposta alla performance ben successiva di un maestro della filologia barocca, Ton Koopman che dirige l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir (2003):
e ancora alla performance più recente dell’Orchestra e Coro Collegium Vocale Gent. diretti da Philippe Herreweghe, ritenuto anch’egli tra gli interpreti filologi (2014):
Precedenti lezioni
Metodologie II-1 – La Melo-armonia e l’elaborazione motivica dal barocco al modernismo
Metodologie II-2 – Il Magnificat bachiano e la trama continua barocca
Metodologie II-3 – Trama continua barocca ed elaborazione motivico-tematica