di Mario Musumeci
Di seguito la presentazione in PDF della tredicesima lezione, terza del terzo modulo:
A III-3 Accordi di nona e Armonia pesante
Il capitolo di riferimento è il n. 14 del testo di de Natale, L’armonia classica e le sue funzioni compositive.
Riprendendo anche l’argomento delle seste aumentate con particolare riferimento all’enarmonia della sesta tedesca trasformabile in settima di dominante di un tono lontano – che abbiamo visto costituire l’implicazione tonale degli accordi “modulanti” del notissimo tema musicale del compositore Henry Mancini, strutturante la colonna sonora del film La pantera rosa e utilizzabile anche come pattern jazzistico: adesso ripreso per inquadrare la realtà degli accordi di settima, nona, undicesima e tredicesima, le cui note dissonanti sono da intendersi qui – nello stile jazzistico – anche come suoni aggiunti (“additions”) a varia incidenza espressiva.
In effetti, almeno in linea di principio, nella musica jazz le triadi non esistono. L’unità funzionale è di 4 note, fino alla settima. Poi si gioca appunto sulle “additions” (9a, 11a, 13a, 6a …) e si applica anche la cosiddetta “teoria delle sostituzioni”: laddove un accordo può essere forzato dal contesto a funzionare da settima di dominante o da dominante secondaria o anche da sub-secondaria pure se morfologicamente non lo sarebbe. E magari appartiene addirittura ad un’altra tonalità …
Cfr. pure al proposito, nella tabella sull’uso storicizzato dell’accordo di nona, l’esempio di Grieg sul suo uso delle none: in un spazio tonale ben più dilatatato di quello pertinente alla tonalità allargata romantica, dunque ad accresciuta apertura pantonale.