Ecco in file PDF la seconda dispensa sintetica del II modulo-lezione.
N.B.: lo studio va comunque condotto sul libro di testo adottato, di cui le slide sono solo indicativi sussidi per la memoria della lezione (di cui sempre si consiglia la registrazione):
La sua consistenza – come per la precedente – è motivata, oltre che dalla implicata doppia lezione, anche:
-
dall’esigenza di approntare una discreta serie di materiali utili per l’analisi e lo studio personale di ciascun discente, tenendo anche conto dell’esiguità del monte-orario di lezioni, etc. etc.;
- dell’opportunità di offrire, quale docente di punta del proprio settore disciplinare (decano in Italia della docenza teorico-analitica), anche alcuni materiali utili a scopi sia didattici che autodidattici; tenendo conto della attuale qualificazione parzialmente abilitante del titolo di specializzazione ai fini di insegnamenti liceali quali Teoria, analisi e composizione.
Di seguito, come supporto per l’analisi approfondita dell’importante Fuga violinistico-sonatistica di J. S. Bach offro un mio saggio, pubblicato nella miscellanea:
AA. VV., a cura di Enrico Fubini, Una Tebe dalle molte porte. Studi di pedagogia e analisi musicale in onore di Marco de Natale, Curci, Milano 2008.
Analisi musicale. Didattica dell’Analisi. Analisi da suonare.
Questa versione contiene degli esempi musicali che la casa editrice ha preferito a suo tempo omettere nella versione pubblicata, ma che sono utilissimi per comprendere bene gli assunti da me esposti a proposito del concetto di partitura analitica – come definisco, approfondendoli, i modelli di revisione (in tal caso delle delle Suites violoncellistiche bachiane) dei grandi didatti e violoncellisti Diran Alexanian ed Enrico Mainardi – e del suo rapporto con i concetti autonomi ma implicati di revisione e di trascrizione.
In tal senso le mie partiture analitiche più recenti e perfezionate (di cui si offre una gran quantità di esemplificazioni nel testo sopra indicato) non fanno che specificare, implicandola nell’analisi motivica retorico-figurale e della compiuta disposizione retorico-formale, l’articolazione del brano musicale (in tal caso barocco, ma non solo), nelle sue diverse componenti:
- di sillabazione, ossia di pertinente lettura dell’ordito ritmico (concetto ricavato e approfondito da Diran Alexanian) e delle sue latenze polifonico-latenti (concetto ricavato e approfondito da Enrico Mainardi, compositivamente impiantato da Diether De La Motte, analiticamente promosso da Marco de Natale);
- di pronunzia, ossia di pertinente lettura del disegno tematico e delle sue evoluzioni retorico-figurali;
- di interpretazione, ossia di pertinente argomentazione – in ricostruzione strutturale, ermeneuticamente e filologicamente fondata – del “discorso” sul tema, ossia della disposizione retorica specifica che il brano rivela come sviluppo retorico del soggetto.
Non sembra inutile osservare che in tale ottica vengono a coincidere la lettura del brano e la sua analisi, ma da intendersi quest’ultima come un esercizio preventivo (propedeutico) alla comprensione del linguaggio barocco. Pertanto da attuarsi secondo i modelli metodologici di una effettiva traduzione: tali da consentire che l’accostamento graduale ma costante e metodico nel tempo si traduca prima o poi in appropriazione e dunque in lettura naturale e spontanea, tout court in lettura “immediata”, cui corrisponda la rappresentazione di quanto letto.
E certamente non più banalizzando la lettura in “lettura di note” tra loro più o meno irrelate, come d’uso ancora ai bassi livelli “dislessicizzanti” della formazione artistico-musicale cd. colta; bensì di compiuti concetti musicali concretamente rappresentativi di senso e di significato come quelli generosamente descritti nelle tabelle allegate.
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