di Mario Musumeci
Questa lezione è stata dedicata in buona parte a Matteo – straordinariamente impegnato negli esami dela sessione invernale – ai fini del completamento dell’elaborato di tesi disciplinare (“tesina”). In tal vincolato approccio il lavoro fatto con e per lui è stato mostrato come modello a tutti gli altri: l’indice dei capitoli con gli argomenti di trattazione in sequenza logica appropriata e la relativa associazione degli schemi, tabelle, grafici ed esempi musicali da predisporre in ciascuno.
Del resto questo lavoro era già stato predisposto gradualmente nei contenuti con una crescente consapevolezza delle caratterizzazioni di stile epocale: la pantonalità modernistica del primo modernismo novecentesco; il suo tematismo materico-oggettuale ancora vincolato ad un impianto fraseologico-periodico ed ancorato al principio evolutivo-sviluppativo della metamorfosi di ascendenza romantica; la qualificazione retorico-formale nei termini di un linguaggio bene adattato ad una rappresentazione visionaria espressionistica, connessa all’introspezione sempre più alienata dai dati di realtà; una realtà deformata che privilegia il gusto del fantasmatico, del grottesco, dell’ironico … ____________________________________________________________
Nella Partita bachiana di Federico, in analogia a quella di Nereide – è stato individuato il principio motivico-tematico che tende a rendere unitaria la trama continua dei ben sette movimenti: una figura tra l’anapestico e il dattilico a volteggio, analoga (se non identica!) a quella dell’altra Partita, ma che qui si rende molto più plasticamente come costantemente adattativa alle diverse movenze di danza.
____________________________________________________________