“Analisi” lez. I-4 – Lo stile fraseologico-tematico e le sue ripartizioni

di Mario Musumeci

Per tutti gli studenti del III anno valgono le varie indicazioni già separatamente date in sede di lezione ai fini dell’elaborazione, più chiara ed elegante possibile, degli schemi sintetici di lettura generale delle composizioni in studio:

  1. tabelle architettonico-formali ossia “schemi formali” di vario approfondimento: generale dell’opera e specifici per ciascun movimento;
  2. sintesi della forma tonale aggregata agli schemi precedenti o autonomamente svolta per riduzioni schenckeriane o, nel nostro gergo, “per riassunti/planimetrie armonico-tonali”;
  3. schematizzazioni su spartito e/o partitura al modo di mappe, con annessa legenda, di immediata lettura per il performer, etc. etc. .

A tal fine ho pure consegnato dei modelli già preelaborati per altri brani – studiati nei corsi precedenti – differenziando quelli barocchi dove risalta come prevalente per maggior importanza l’analisi retorico-formale, rispetto quella sonatistico-formale delle epoche successive classico-romantica e modernista.

A tal fine il lavoro particolarmente approfondito sulle due Sonate, in Duo col pianoforte, di Hindemit, per tromba e per tuba, può intendersi bene come introduttivo alla successiva e da fare, ben più elaborata per la sua inusualità, analisi della forma tonale.

Osservo in aggiunta – e per tutti – che l’inquadramento, ad esempio, della struttura a chiasmo del primo movimento della hindemitiana Sonata “funebre” per tromba – tale da centrare il I tema trombettistico al modo di un motto rivelatorio tanto per l’avvio quanto per il complessivo significato dell’intera Sonata – dimostra una sua specificità ermeneutica (ossia di studio dei significati più profondi e delle motivazioni più originarie del testo). Tale da inquadrare, se bene approfondita, non solo l’aspetto sintetico del più generale percorso elaborativo-tematico, ma anche la più profonda trama dell’impianto processuale e retorico-narrativo dell’opera. Tanto da congiungere e bene saldare tra loro finalità di ordine strutturale del testo studiato e finalità di ordine estetico, più pertinenti al rapporto tra testo e contesto.

E mi preme osservare che un’analisi del testo musicale dovrebbe sempre porsi tali livelli di profondità per i suoi obiettivi, se non vuole risaldare arida e astratta, soprattutto inutile per esecutori e ascoltatori (praticamente tutti coloro che si servono “attivamente” di questa musica). Insomma è come mettere a fuoco la nitidezza dei contorni di una compiuta, bene articolata, visione seppur ancora lontana e panoramica: proprio perchè se ne risaltano tutti i particolari nella loro effettiva compiutezza, ancor prima che nella peculiarità specifica di ciascuno. 

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2 risposte a “Analisi” lez. I-4 – Lo stile fraseologico-tematico e le sue ripartizioni

  1. Carmelo Lamonica ha detto:

    Salve Prof,
    volevo sapere se ha visto gli schemi che le ho consegnato martedi, in caso li correggo per la lezione di lunedi.
    Buona serata

    Carmelo

    • musicaemusicologia ha detto:

      Si, e hai capito l’impostazione. Manca ancora il III movimento (almeno a livello di tua proposta) e magari “aprirei”, in senso migliorativo, di più nello schema generale (dividendo i due tipi di esposizione, tra riprese e code etc. etc.) per poi approfondire in quelli particolareggiati di ciascun movimento con l’inquadramento fraseologico-tematico (ad. es., dove serve: I periodo espositivo del I tema, II periodo elaborativo del I tema etc.). Insomma … 180 battute tutte messe assieme – solo a titolo d’esempio – non costituiscono un’immagine un pò “sfocata” per una visione d’insieme?!
      Pensaci bene, prima di fare una scelta.
      Il prof

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