Composizione-Analisi II/Impianto di verifica e chiusura del III e IV Modulo

Lezione di chiusura del III e IV Modulo

di Mario Musumeci & company

A –  Prove d’esame: Questionari e composizione analitica

Da questo momento questo diventa lo spazio per le verifiche a distanza del lavoro compositivo e analitico di laboratorio, strettamente finalizzato all’adeguata preparazione delle prove scritte d’esame.

Di seguito le prime due prove assegnate:

Laboratorio di composizione analitica – Prove d’esame nn. 1 e 2

Pubblico le vostre migliori realizzazioni nella versione originale e in quella da me revisionata nel Post dell’ultima lezione; ecco , per comodità il link:

Composizione-Analisi II/Lezione XX – Riepilogo e preparazione d’esame (II Prova compositiva)

Di seguito il questionario sul brano modernistico-contemporaneo del compositore polacco nostro ospite (cfr. la mail, in risposta a Nereide, ma in realtà inviata a tutti):

QUESTIONARIO DI ANALISI sul Trittico

Tre schizzi in retrospezione (1985)

di Andrzej Dutkiewitcz (1942-viv.)

  1.  FORMA-GENERE Quali e in qual modo vengono definiti i generi implicati nel trittico: secondo quali processi di stilizzazione più o meno rimarchevoli in ciascuno? E si tratterebbe in generale di un canto sacro di specifica preghiera, di una danza di specifico risalto nazionalistico, di una specifica metamorfosi visionaria dell’anzidetto canto sacro. Proprio l’Autore dichiara la dedica e l’esecuzione in mortem al suo maestro Eugene Lista (1918-1985), pianista americano di grande prestigio e da lui – polacco – qui richiamato proprio per la sua grande versatilità nell’esecuzione delle Mazurke chopiniane.
  2.  FORMA-ARCHITETTURA Qual’è la ripartizione formale ricorrente e come si caratterizza variamente in ciascuno dei tre brani, anche con delle fasi (episodi, sezioni …) aggiuntive? Come si impianta variamente nel trittico la relazione tra strutturazioni periodiche e aperiodiche del melos?
  3. FORMA SONORIALE Quali sono le connotazioni materico-sonoriali che contrappongono le testure principali dei due movimenti estremi? E quali le connotazioni delle consistenti variazioni che procedono da entrambe in polarizzazione? Si tratterebbe di un diverso modo di esporre la sonorità armonico-accordale: a) testure massive, di ispessimento anche estremo di un melos compiutamente caratterizzato, anche in una ritmicamente determinata esposizione; b) testure addensate ma fibrillanti, per cangianza armonica e conseguenti riflessi polifonico-latenti, e che sempre incastonano il melos; c) testure reiterate e assieme immobili (anametriche) di friabile e “sospirosa”condotta appena accennata del melos; d) testure fluide e di spinta in registro di luminosità aperta, evocativa ed assieme esclamativa, del canto; e) testure di effettivo canto declamato in registro di realistica sonorità vocale f) oppure di incombente e cupa sonorità … Cui si contrappongono: h) quelle fin troppo stilizzate del secondo quadro del trittico, la cui analisi, in relazione al genere romantico della danza di Mazurka, dovrebbe cogliere semmai l’influenza sonoriale indiretta dei tratti caratterizzanti anzidetti, riferiti ai due brani estremi.
  4. FORMA-PROCESSO Come si dispongono in unitaria consequenzialità le dette testure? Con quali elementi di congiunzione?
  5. FORMA TONALE  Quali sono i toni di impianto e di modulazione/polarizzazione di ciascun quadro e come tutti questi quattro toni possono rendere unitaria la planimetria tonale che comunque li relaziona anche separatamente? É possibile, e in che modo, un’analisi stilistico-funzionale modernistica delle armonie di Hymnus? E in quale analogo  modo di Pastorale? Analizzate invece in Mazurka con la tradizionale qualificazione funzionale la sezione centrale (Trio o contrastante numero di ballo) e precisate invece delle sezioni di Esposizione e Ripresa i caratteri sintattici modernistici e funzionalmente devianti, ma svolti in concomitanza al risalto degli stilemi tipici della Mazurka chopiniana: a) varia regolarità di quadratura fraseologica associata ad accentazioni metriche e a figure ritmiche specifiche; b) suoni rivelatori nel melos del funzionalismo tipico del modo minore e della cadenzalità romantica specificamente chopiniana (di napoletana, di sesta aggiunta); c) scambio modale; d) ornamentazioni caratteristiche anche per il posizionamento ritmico-testurale. E con quali mezzi si rende variamente nella Ripresa-Coda il doloroso rimpianto che collega con maggior evidenza la Mazurka al senso generale del Trittico: una Trenodia dolorosa ma contemplativamente sublimata ed accettata nella pace interiore della coscienza della irreversibilità della morte?
  6. FORMA RETORICA La modernistico-contemporanea retorica dell’alienazione articola la sua disposizione discorsivo-narrativa in fasi che alternano a quello di riferimento i contenuti di polarizzazione. Individuate elasticamente e specificate nell’ordine: Exordium (seriale e diatonico) e Narratio, Egressus, Narratio in adfectibus, Propositio-Probatio, Epiphonema, Confutatio, Peroratio in rebus, Peroratio in adfectibus, Digressio, Enumeratio ...
  7. FORMA-PERFORMANCE Quali riferimenti generali per il trittico e specifici per ogni brano sono ricavabili da questa approfondita lettura ai fini di un’accurata regia del brano? Ad esempio: quali contrasti vanno attuati tra il primo e il terzo schizzo? E come va inserito il secondo tra i due estremi?

Questionario su Three Sketches in Retrospect di A Dutkiewitcz

Per meglio lavorare:

ho trovato sul Web, in libera disponibilità (non economica, s’intende), una tesi di dottorato sull’argomento; che di seguito allego sia completa:

C.B. Allen – Tesi sulla musica pianistica di A. Dutkiewitcz

sia in estratto della sola parte riguardante i Tre schizzi in retrospezione, assieme ad una succinta biografia dell’Autore:

C.B. Allen – Tesi sulla musica pianistica di A. Dutkiewitcz – Estratto su biografia e Tre Schizzi in retrospettiva

Potete usare gli esempi già presenti in questa, ritagliati per ricavarne i vostri elaborati su Paint. E potete ovviamente anche studiarvi il comunque pregevole lavoro analitico già svolto dall”autrice della monografia; per approfondirlo poi tramite la nostra ben più articolata metodologia d’analisi.

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B –  Repertorio individuale pro orale di composizione analitica in stile

Di seguito – poco a poco e fino alla fine di maggio – inserisco i lavori completi e via via completati dei due precedenti moduli:, esposizioni e movimenti sonatistici; fughe, fughette e madrigali o mottetti fugati; arie e melodie variamente accompagnate; eventuali pezzi romantici e modernistici (IV modulo). Trattandosi di composizione in stile, allego pure per ogni indirizzo stilistico epocale una sintesi propedeutica delle varie tappe di lavoro, nella forma di una Mappa operativa. Assieme al link di collegamento rapido alla relativa più particolareggiata lezione di chiusura.

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Fughismo barocco:

polifonia imitativa, trama continua, basso continuo

Link:

Composizione-Analisi II/Impianto di verifica e chiusura del II Modulo

Mappa operativa:

Mappa operativa per la composizione analitica in stile barocco

Un modello già noto alla classe dall’anno scorso è quello del brano “Sta il gallo nell’aia”, una Fughetta elaborata anche come un Madrigale  (nello stile comunque del continuo, ossia del contrappunto armonico barocco e non certo del contrappunto rinascimentale) che elaborai scherzosamente l’anno scorso sulla melodia composta dal bravo Emanuele Gallo. Proprio per dimostrarne le implicazioni motivico-tematiche, di compiutezza formale, tipiche di un Soggetto barocco:

Gallo-Musumeci – Sta il gallo nell’aia (Partitura)

Pure nella trasformazione (Parodia) in Mottetto sul testo sacro di “Tu es Petrus”:

Gallo-Musumeci – Tu es Petrus (Partitura)

Ed ecco di seguito i lavori completati (ordine alfabetico), addirittura una ventina:

Bellinghieri – Fughetta in la maggiore (Partitura)

Calabrese – Fughetta in re maggiore (Partitura)

Caramagno – Fuga concertante in Do M (Partitura)

Caramagno – Viaggio di Orfeo (Partitura)

Caramagno – Editto di Ade (Partitura)

Caramagno – Lamento di Orfeo (Partitura)

Celona – Fughetta in mi minore (Partitura)

Damiano – Deposuit potentes (Partitura)

Damiano – Per sanctam crucem (Partitura)

Gallo- Scherzo fugato (Partitura)

Galofaro – Mai più (Partitura)

Geraci – Sta qui con me l’amor mio (Partitura)

Lamalfa – Fughetta in la m (Partitura)

Lamonica – Fughetta in re m (Partitura)

Magrelli – Nel core ho una ferita (Partitura)

Merlino – Tremo io (Partitura)

Luca Musumeci – Fughetta in la m – (Partitura)

Porcello – Scherzo fugato (Partitura)

Sgroi – Or giunge Zefiro (Partitura)

Sparacino Chiara – Dies irae (Partitura)

Certamente la qualità dei soggetti – tutti a monte elaborati in una costruita e sempre resa consapevole trama continua barocca –  mantiene uno standard abbastanza elevato e così pure certe realizzazioni, per compattezza ed intensità dell’espressione, raggiungono livelli più che accettabili di musicale poeticità.. Qualche osservazione potrebbe invece farsi qui e là circa la diversa qualità di integrazione dell’ordito contrappuntistico. Ma, fuori dai limiti consentiti dallo stesso progetto didattico, sarebbe solo pretestuosa opera di scolastici – i quali, ahimè, altro non sanno per propria ignoranza e spesso associata malafede che parlare di quinte e di ottave, di false relazioni e sincopi armoniche con tale presupponente superbia da mostrarsi pronti eventualmente anche a discettarne sulle opere dei Sommi. Ma qualsivoglia critica, se non anche costruttiva, sarbbe ingenerosa alla luce degli scopi preminentemente conoscitivi dell’analisi stilistica, anzichè puramente tecnico-elaborativi, prefissi dalla stessa mappa cognitiva di questo articolato e complesso lavoro e dalle sue intrinseche finalità didattico-metodologiche. Inoltre si potrebbe magari scoprire che certi passaggi, considerabili come “licenze” rispetto il cd. “stile rigoroso” sono tutt’altro che infrequenti proprio nelle richiamate opere dei Grandi.

Se e quando potrò – ad elaborazione e a revisione completate – vedrò di pubblicare eventuali altre composizioni … perchè la condivisione continui a permettere a tutti un migliore studio e una migliore crescita individuale e comune, anche per chi ancora non ha voluto o potuto partecipare. Alcuni casi conservo di seguito:

Galofaro-Fughetta II (bozza)

Musumeci – Fughetta I (Bozza)

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Musica ancilla poesiae rinascimentale:

 musica prosastica, polifonia imitativa, modalismo e basso continuo

Link e Mappa operativa (lez. XII):

Composizione-Analisi II/Lezione XI – La polifonia rinascimentale. Musica ancilla poesiae vs Musica reservata

Composizione-Analisi II/Lezione XII – La rinascimentale Musica prosastica

Composizione-Analisi II/Lezione XIII – L’evoluzione epocale del pensiero musicale

Repertorio:

Un modello di lavoro

(cfr. specifici commenti sottostanti):

Caramagno – madrigale monodico – da revisionare

Caramagno – Non piangerò giammai (Partitura)

A proposito delle analisi del repertorio rinascimentale – analisi motivico-episodiche, tono-modali e melodico-madrigalistiche o comunque di rapporto testo-musica.

L’analisi di Ecco mormorar l’onde di Claudio Monteverdi

eccovi propedeuticamente, dalla mia biblioteca, un’analisi svolta nei lontani anni sessanta – cui deve non poco certa mia – oramai pregressa – sensibilità verso la qualificazione espressiva della musica polifonico-vocale:

Analisi madrigalistica di Ecco mormorar l’onde

L’ho definita “madrigalistica” perchè coglie brillantemente la qualità estetica del rapporto testo-musica, appunto definendo abbastanza bene i madrigalismi presenti e ricorrenti nel pregevole brano di Monteverdi. Va dunque letta con attenzione in tal senso.

E solo appresso semmai approfondita in quelle carenze tecniche, legate del resto a tempi in cui l’analisi musicale in Italia era pressochè all’anno zero.

Con il potente ausilio dell’analisi motivico-episodica è possibile addirittura coglierne – comparativamente con altri testi, ovviamente – gli specifici gradienti stilistici che la collocano in un incipiente barocco musicale:

a) l’evolversi in stringente autonomia rispetto il rapporto testo-musica di una concezione motivica, da pretematica a tematica: si colgano ad esempio, come in stretta successione elaborativa, i quattro motivi-frase presenti nel primo macro-episodio; definibili in successione – secondo logica-formale specificamente musicale – con a1, a2, a3, a4; e tutti pertinenti all’evoluzione in crescita di un “ondeggiante” volteggiare della natura al suo mattutino risveglio; macro-episodio pertanto ripartibile in due fasi – o due veri e propri episodi in marcatissimo sviluppo interno ed “esterno” –  di cui la seconda mostra già l’ulteriore qualifica elaborativa in crescita di integrazione degli stessi quattro motivi costituenti;

b) l’evolversi, in parallelo, della stessa concezione episodica, tanto da costringerci a definirla appunto come macroepisodica: data la presenza di quattro raggruppamenti di fasi episodiche che al loro interno integrano variamente in sviluppo interno quelli che avremmo definito specifici episodi secondo qualificazione rinascimentale. Si notino le seguenti qualifiche retorico-formali, per come riescano prodromiche alla successiva sensibilità formale:

A/Esposizione ossia esordio e prima fase narrativa in progressiva integrazione di crescita motivica su “Ecco mormorar l’onde e tremolar le fronde, a l’aura mattutina e gli arboscelli“;

B/Transizione allo Sviluppo o Proposta di contradditorio  su “e sovra i verdi rami i vaghi augelli cantar soavemente e rider l’oriente“;

C/Sviluppo confermativo in varia elencazione di quadri espressivi su “Ecco già l’alba appare“, “e si specchia nel mare“, “e rasserena il cielo“, “e imperla il dolce gelo“, “e gli alti monti indora“;

D/Ripresa perorativo-epifanica in potente – dilatato – assestamento unitario con successiva Coda finale su “Oh bella e vaga aurora, l’aura è tua messaggera e tu dell’aura ch’ogni arso cor ristaura“.

Ciò comporta un’acuito sviluppo in piena autonomia della sensibilità musicale: strutturante il rapporto testo-musica, cioè la stessa qualificazione estetica dell’espressione madrigalistica, iuxta propria principia: secondo cioè moduli costruttivi specificamente musicali.

Pertanto il lavoro comunque ben più tecnico svolto da alcuni di voi – e meglio di tutti da Nereide – andrebbe completato dell’analisi tono-modale, neanche tanto complessa trattandosi di un brano abbastanza vario ma tutto impostato in un solo modo, che poi è anche molto simile al corrispondente tono moderno di Fa maggiore con l’uso del VII abbassato, mib. Ma in realtà si tratta di uno ionico trasposto e il mib è messo per evitare il tritono/diabolus. Cosa va evidenziato allora? Le cadenze che chiudono in vario modo ciascun episodio e, trattandosi anche di episodi a sviluppo interno come il I, i più importanti tratti episodici interni a ciascun episodio.

Occorre però ulteriormente riformulare in due Parti, in maniera più semplice, la ripartizione episodica :

  1. Prima Parte – A (sviluppo interno ad incastri) “Ecco mormorar l’onde e tremolar le fronde, a l’aura mattutina e gli arboscelli
  2. B (giustapposizione-successione ad A e sviluppo interno con successiva giustapposizione) B1e sovra i verdi rami i vaghi augelli cantar soavemente“, b2e rider l’oriente
  3. Seconda Parte – C (successione a B e sviluppo interno ad incastri successivi) “Ecco già l’alba appare“, “e si specchia nel mare“, “e rasserena il cielo“, “e imperla il dolce gelo“, “e gli alti monti indora
  4. D (moderato incastro a C e giustapposizione con successivo sviluppo interno) d1Oh bella e vaga aurora“, D2l’aura è tua messaggera e tu dell’aura ch’ogni arso cor ristaura“.

Si notino le diverse simmetrie tra le 4 sezioni che sono certamente riferibili all’evolversi di una sensibilità formale prettamente musicale e proprio di trapasso dal Tardo Rinascimento al Barocco.

Per cui, ad un livello superiore di interpretazione sintetica avremmo:

A=A (Exordium e Narratio) + Bb (Repetita Narratio)

B=C (Confirmatio/Epiphonema) + dD (Epigramma e Peroratio in adfectibus)

Tale equilibrio formale è certamente riferibile alla Nuova Pratica dell’Autore, rivendicata proprio al momento come una rinnovata sensibilità di più accostata adesione all’affetto poetico; certo allusiva – con il senno di poi – alla qualificazione più specificamente musicale della musica reservata barocca rispetto la specifica retorica del testo poetico: cioè in consapevole autonomia, adesso, rispetto la musica ancilla poesiae dell’umanesimo rinascimentale e la successiva musica riservata rinascimentale ad impianto madrigalistico del Rinascimento musicalmente più maturo e tardo.

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Sonatismo classico romantico:

 quadratura ritmico-fraseologica, allineamento tematico, contrasto tonale

Link:

Composizione-Analisi II/Impianto di verifica e chiusura del I Modulo

Mappa operativa:

Mappa operativa per la composizione analitica in stile classico

Repertorio:

Caramagno – Sonatina per fl e pf

Galofaro – Sonatina

Carmelo Lamonica – Sonatina per ob e pf

Simona Damiano – Bozza Sonatina

Emanuele Gallo – Bozza Sonatina

Nereide Geraci – Bozza Sonatina

Alessio Porcello – Bozza Sonatina

Chiara Sparacino – Bozza Sonatina

Emilia Merlino – Bozza Sonatina

Martina Magrelli – Bozza Sonatina

Eleonora La Malfa – Bozza Sonatina

Flavio Cometa – Bozza Sonatina

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Composizione libera classico-romantica e modernistica

Link e mappa operativa:

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 Composizione-Analisi II/Lezione XIV – Retorica visionaria romantica e plasticismo armonico

Composizione-Analisi II/Lezione XV – Il Poema sinfonico come genere-modello romantico

Composizione – XVI Materismo pantonale nel modernismo otto-novecentesco

Composizione-Analisi II/Lezione XVII – Modernismo musicale e Retorica dell’alienazione

Composizione – XVIII Dal modernismo al pensiero musicale contemporaneo

Composizione-Analisi II/Lezione XIX – Didattica e creatività musicale

Composizione-Analisi II/Lezione XX – Riepilogo e preparazione d’esame (II Prova compositiva)

Repertorio:

Ho ricavato da un “tentativo” di Federico (almeno come lui l’ha qualificato) una compiuta composizione, tra il genere Marcia funebre, e l’andamento maestoso (ieratico) di una ternaria Sarabanda – una danza processionale in verità, seppure qui temperata dall’iniziale ritmo di Corrente (rinascimentale) che potrebbe ravvivarla nell’andamento; ma comunque molto triste per l’ossessiva ricorrenza del passus duriusculus, tematizzata nell’avvolgenza plastico-sonoriale dell’armonia. Il carattere processionale della danza barocca è rilevato anche da stilemi pertinenti quali gli slanci ad appoggio marcato sul secondo battere metrico e le “desolanti” cadenze emioliche

A proposito dell’ispirazione visionaria dei romantici e della sua relativa casualità nel rapporto metaforico – quando non descrittivo – con la rappresentazione letteraria. Federico suggeriva come titolo qualcosa come “la morte di Dio”. Apriti cielo: in un Paese ultra-cattolico come il nostro si correrebbe il rischio di essere accusati di blasfemia o, quanto meno, di radicalismo ideologico, se non di tardo sessantottismo! La traduzione nel francese di “Alla ricerca di Dio” ha reminiscenze certo proustiane e forse – per chi lo conosce – di un certo modo “francescano” di intendere la religiosità alla Oliver Messiaen (uno dei più grandi compositori francesi del Novecento). Sperando di corrispondere l’idea di Federico come riferibile ad un Miserere “laico”: insomma: una trenodia (canto funebre) ispirata all’assenza della presenza divina nel mondo che ci circonda.

Per di più, finito il lavoro, avevo deciso di cercare un pertinente testo poetico e avevo delle precise idee su autore e sentimento espresso. Ma, aperto lo scaffale dei miei libri di poesia, la mia attenzione si è posata su una raccolta di versi di Tagore, uno dei massimi poeti indiani (tra l’altro premio Nobel). Ho aperto a caso il volumetto e, con mia grande emozione, c’era proprio – come movente rivelatore (a posteriori) – la poesia che nello spartito utilizzo come “fonte ispiratrice”. E non è che io creda propriamente negli spiriti … Ma tant’è e qui, al di là del fatto intimo e personale, ne parlo solo per rimarcare il fattore di casualità. Casualità pertinente alla qualificazione generale (e generica) della musica in chiave simbolico-rappresentativa; o, se si preferisce, in analogia di espressione sentimentale, oppure ancora come metafora visuale, retorico-visionaria, del sonoro musicalmente organizzato: se avessi sfogliato ancora il detto libro qualunque testo poetico si sarebbe potuto adattare ad una visione rappresentativa della musica in questione?

 Caramagno – A la recherche de Dieu (Partitura)

Corrispondo all’idea ispiratrice espressami meglio da Federico in un suo intervento sottostante:

Caramagno – Gott ist tot (Partitura)

e inserisco pure, sia migliorata che titolata in relazione anche ad una mia personale visione ispiratrice, la sua successiva composizione modernista di stampo (ravelian-)minimalista:

Caramagno – L’immobilità del cielo (Partitura)

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61 risposte a Composizione-Analisi II/Impianto di verifica e chiusura del III e IV Modulo

  1. saxer21 ha detto:

    Salve prof! le ho appena inviato due versioni della sonatina.
    Per caso ha i file di migliore qualità degli esercizi riportati in questo link?

    Fai clic per accedere a laboratorio-di-composizione-analitica-prove-desame-nn-1-e-2.pdf

    perché li ho stampati ma si vede ben poco.

    Buona serata!

    Ale 😉

  2. musicaemusicologia ha detto:

    Da Emilia

    Le invio in allegato la mia fughetta completa del testo.
    Colgo l’occasione per farle gli auguri di una buona Pasqua!

    Emilia Merlino

    • musicaemusicologia ha detto:

      Bene Emilia, ti farò sapere.
      Grazie per gli auguri che affettuosamente ti ricambio.
      Il Prof

      • musicaemusicologia ha detto:

        Cara Emilia,
        eccoti il lavoro ampiamente riveduto e completo per la pubblicazione.
        Ma che diovrai studiare comparativamente con quanto mi avevi mandato. E con molta attenzione, anche per capire e bene spiegare, in un’apposita relazione o analisi di presentazione del (tuo) brano:
        1) la migliore qualità poetica del testo e del suo adattamento ai relativi motivi-frase(versificazione, rime e/o assonanze …);
        2) la correzione di alcuni gravi errori relativi alle estensioni vocali e alle corrette relazioni tra le voci;
        3) il conseguente trasporto tonale;
        4) l’ampliamento delle entrate e la melodizzazione della cadenza finale.

        Buon lavoro.
        Il Prof

  3. musicaemusicologia ha detto:

    Da Alessio
    ecco le due versioni della sonatina.

  4. musicaemusicologia ha detto:

    Bene Alessio,
    la seconda l’hai fatta sulla base dei miei precedenti interventi. La prima no (?).
    Comunque vedrò di capire il meglio di entrambe … e ti farò sapere.
    Il Prof

  5. musicaemusicologia ha detto:

    Da Simona
    Salve Prof. Le volevo chiedere per il fatto della Sonatina cosa manca per completarla, così me la completo. Mi faccia sapere. A presto. Simona

  6. musicaemusicologia ha detto:

    Per Simona e per tutti
    Si hai ragione, ma il lavoro è tanto e – come previsto – adesso si sovrappone al nuovo …
    Conto comunque di finire tutto entro la prossima settimana.
    Voi però cominciate a lavorare sulle prove d’esame.
    Il Prof

  7. Federico Caramagno ha detto:

    Salve Prof. le invio le analisi dei madrigali polifonici.
    Tanti auguri di buona pasqua!

    Federico

  8. musicaemusicologia ha detto:

    Per Emanuele e per tutti

    Ti consegno il tuo lavoro polifonico-fughistico revisionato, ma sempre nell’ottica del rispetto della matrice creativa che tu gli hai attribuito. Vale per te quanto ho adesso scritto per Emilia.
    Per gli altri: ho intenzione di chiudere questa settimana la composizione fughistica, dunque si affrettino quelli che ancora non me l’hanno completata. Penso innanzitutto a Antonino, Luca, Carmelo, Eleonora …

  9. Nereide Geraci ha detto:

    Buongiorno professore, la settimana scorsa le avevo inviato una mail ma probabilmente non le è arrivata. Le chiedevo se è possibile avere i files delle prove d’esame sganciati dalle slides perché, come anche altri hanno scritto, stampandoli l’immagine sgrana troppo.
    A breve le invierò le analisi dei madrigali.
    Spero abbia passato bene le vacanze pasquali (ormai è un po’ tardi per gli auguri 🙂 ), a presto!
    Nereide

  10. musicaemusicologia ha detto:

    Da Stefania
    Salve Maestro, le invio l’allegato con il secondo soggetto, mi scuso per il ritardo e le faccio gli auguri di Buona Pasqua, le invierò il resto degli altri soggetti sempre con il primo controsoggetto. Buona serata. Stefania.

    • musicaemusicologia ha detto:

      Ok Stefania,
      ti invio una impostazione da completare, tenendo bene conto delle osservazioni fatte anche ad Emilia.

      Il tuo Soggetto, non facile ma sicuramente di sapore barocco per la marcata trama bilineare nell’avvio, meritava una risposta tonale: cioè all’asse tonale iniziale sol-do corrisponde nella risposta, o soggetto alla D, non l’asse tonale re-sol ma l’asse do-sol. In sostanza questo ha comportato delle mutazioni intervallari in alcuni punti, che hanno coinvolto anche il I Controsoggetto. Adesso devi completare le parti obbligate e “rimpolpare” melodicamente/contrappuntisticamente la cadenza finale di chiusura.

      Ti ho ampiamente aiutato. Però adesso vedi di sbrigarti e soprattutto di capire bene quello che stai facendo, analizzandolo passo passo.
      Il Prof

  11. Nereide Geraci ha detto:

    Buonasera professore, le invio le analisi dei madrigali.
    Nereide

  12. Luca Musumeci ha detto:

    Professore salve … le ho mandato le fughe …. A presto !!!

    • musicaemusicologia ha detto:

      Per Luca
      Eccoti:
      1) Una bozza di partitura della Fughetta II con il I Cs che dovrai adattare altrove … e non è certo difficile. E il II Cs da fare. Il resto è più o meno fatto e dovrai bene analizzartelo, facendolo tuo (vedi soprattutto di capire l’uso del modo minore tra la m e mi m …) …
      2) Della Fughetta I non capisco cosa hai fatto in più. Comunque ho sistemato meglio il soggetto nelle diverse entrate e la cadenza finale. Mancano però tutti i Cs.

      • Luca Musumeci ha detto:

        Riguardo alla prima fughetta devo aver sbagliato ad inviare il file … provvedo subito !!!

        • musicaemusicologia ha detto:

          Nel frattempo ti ho reinviato migliorata la Fuga II, quella da completare bene al più presto, dopo avere bene analizzato e compreso il lavoro già fatto.
          Il Prof

        • musicaemusicologia ha detto:

          Completa l’altra (la II) e per questa, che mi stai rinviando, (la I) lavora sul file che ti ho predisposto io, già completo di cadenza. Riprovando magari a rifare il I Cs: non ti accorgi che il tuo è troppo invadente e schiaccia il soggetto?

          Il Prof

  13. Carmelo Lamonica ha detto:

    Buongiorno Maestro, ieri le ho inviato i files per email. Li ha ricevuti?
    A presto
    Carmelo

    • musicaemusicologia ha detto:

      Per Carmelo (e per tutti coloro che lavorano ancora sulla Fuga)

      Ti invio, pronta in bozza la Fuga I, con le seguenti modifiche:
      1. trasposizione tonale per meglio adattarla ai registri vocali;
      2. miglioramento del I cs per una migliore cantabilità integrativa al soggetto (nota la funzione tensiva, di spinta motoria, delle ricorrenti Syncopatio, che in Coda sono tematizzate nella testa del S);
      3. mutazioni (intervallari: di grado in più o in meno) per garantire la trasposizione tonale dal Soggetto iniziale (o S) alla Risposta (o Sr = S alla D) –> detta appunto – anche se modificata solo parzialmente – Risposta tonale;
      4. ho pure inserito un momento apicale e la coda di chiusura con quinta entrata abbreviata ed altri ingressi del S (cfr. punto 2.).

      Mi sembra evidente che prima di andare avanti devi capire benissimo tutto quanto, come se l’avessi fatto proprio tu. Altrimenti perdiamo tempo inutile.
      Solo dopo completa con il II Cs e la rimanente parte libera.
      Il Prof

      P.S.: Se vuoi, ma solo in seguito, potrai applicare tutto quello che avrai nel frattempo capito alla II Fughetta … ma dovrai fare stavolta da solo tutto il lavoro …

  14. Martina Magrelli ha detto:

    Buonasera Prof., le invio la mia sonatina e le analisi di un madrigale ed un mottetto.
    A presto, Martina.

  15. musicaemusicologia ha detto:

    Per tutti
    Continuo a notare un generale difetto di comunicazione: dopo quasi una ventina (!) di fughette completate – a diverse in maniera anche egregia – alcuni di voi ancora … .”dormono”. In vece di andare a studiarsele, per emularle anche un tantino.
    Mah! Forse sto sbagliando io a pretendere da chi non vuole o non è in grado di dare …
    Il Prof

  16. musicaemusicologia ha detto:

    Da Eleonora.
    Ho completato la fuga, scusi il ritardo !!

  17. musicaemusicologia ha detto:

    Da Gabriella
    Salve prof le ho appena inviato i soggetti fughistici allegati con il basso continuo che le avevo già inviato.
    A breve le consegnerò anche la fuga completata.

  18. Federico Caramagno ha detto:

    Salve prof, le ho inviato due madrigali uno polifonico e uno monodico sui testi che ci aveva proposto.
    Buon fine settimana.

    Federico

    • musicaemusicologia ha detto:

      Per tutti

      Caro Federico,
      una premessa che è anche un chiarimento e non solo per te ma anche per tutti i tuoi colleghi.

      Mi mandi sempre dei lavori interessanti e che corrispondono per la passione e l’impegno dello studente alla passione e all’impegno dell’insegnante. Dunque saresti l’allievo ideale che – io credo – tutti gli insegnanti (ideali?) vorrebbero avere. E che anche tutti gli altri compagni di studio – meno o altrettanto dotati – dovrebbero apprezzare proprio perchè con la sua presenza accresce il valore della classe e offre un buon esempio con cui validamente confrontarsi.
      Ma quanti di voi tutti stanno capendo questo?

      Una parentesi.In tutti i miei corsi siete quasi una quarantina e mi sto accorgendo di come sia difficile produrre un insegnamento individualizzato,per come avrei voluto fare con questa organizzazione del mio lavoro svolta per E-learning. A questa difficoltà si è pure aggiunto in questi giorni un problemino di salute – niente di grave per carità – comunque legato all’affaticamento di questa mia eccessiva esposizione al computer.

      E allora lo dico una volta per tutte e non ci tornerò più se non per gettare la spugna, almeno rispetto coloro che continuano ad ostinarsi a non voler capire il senso del mio/nostro lavoro.

      Io intendevo questa mia organizzazione attuale in una maniera molto diversa da come – seppure con molte soddisfazioni – la sto realizzando: il team doveva significare che ognuno di voi – nessuno escluso, pena la sua stessa autoemarginazione – doveva appropriarsi e fare suo il lavoro prodotto dagli altri; esattamente come sto facendo io: revisionandolo e non di rado rifacendolo assieme a voi stessi; dunque dando io stesso il massimo del buon esempio come insegnante.

      Questo dai più non è stato capito: siamo scioccamente individualisti- non so se in quanto italiani, se in quanto meridionali, se in quanto imperfetti esseri umani …; soprattutto convinti di potercela fare sempre da soli, perfino davanti all’evidenza dei fallimenti individuali.
      Immagina(-te) se ciascuno di voi si fosse fino ad ora appropriato del lavoro fatto dagli altri – ad esempio della ventina e più di fughette che sto arrivando a pubblicare sul sito e di cui vi ho pure messo a disposizione gli ascolti. E, in fondo, come è toccato di fare a me, traendone del materiale non solo ascoltabile ma in più casi pure dotato di innegabile pregio estetico!

      Eppure avevo più volte sottolineato a monte il valore della bottega d’arte, dove gli apprendisti-studenti sono assieme fruitori e partecipanti del lavoro del maestro-artigiano …
      Invece ho dovuto troppo spesso correggere lavori a chi con evidenza neppure si era preoccupato di fare questo lavoro propedeutico: vedere quanto fatto dagli altri di tecnicamente appropriato e validamente creativo ed appropriarsene propedeuticamente proprio per sviluppare la propria creatività nella maniera tecnicamente più adeguata.

      Quando si sostiene in ambito educativo che il primo apprendimento proviene dal ben copiare si afferma una cosa maledettamente seria che però i più non capiscono e banalizzano riducendolo al volgare e stupido “copiare senza capire”. Mentre, al contrario, si tratta proprio di capire bene, vedendo e studiando come hanno fatto gli altri magari per fare anche meglio di loro.
      E non in una sciocca competizione dove vince chi arriva primo, ma in un team dove tutti si cresce assieme e in maniera esponenziale. Questo è il senso più positivo dell’essere umano in quanto valore di costruzione armoniosa dell’individuo singolo, della famiglia, della nazione, della specie umana intesa come fondamento stesso della nostra esistenza: non il branco dove dominano i più forti e i più prepotenti ma la società civile (team) dove la consapevolezza dei valori superiori crea affiatamento e disponibilità massima alla comune collaborazione.

      In sostanza tutta questa “pappardella” la sto esprimendo per fare capire ancora una volta perchè davanti ad un lavoro ben fatto ma tuttavia da migliorare, adattare, correggere, revisionare io mi muova non solo per chi l’ha fatto – in questo caso per Federico – ma sempre per tutti coloro che si impegneranno, come del resto sto facendo io (che sono il Maestro e che pretendo solo di avere Allievi e non distratti studentelli … e mi dispiace se a qualcuno sembra troppo, ma oramai non lo sento più come un mio problema semmai come un problema di chi non vuole capirlo!): proprio per comprendere al meglio il lavoro che anche per tutti loro è stato fatto.

      ______________________________________

      Quello del comporre in stile rinascimentale è una questione sia tecnica che estetica probabilmente da chiarire a monte, trattandosi di un contesto linguistico tecnologicamente ben diverso dai successivi. E mi riferisco innanzitutto all’impianto diastematico-modale; banalmente: meno suoni ma sul piano sia melodico che armonico diversamente relazionati tra di loro rispetto la cantabilità tonale classico-moderna: insomma una cantabilità più “antica”, a cui bisogna innanzitutto educare l’orecchio.

      Dei due brani che mi ha inviato Federico sono intervenuto solo sul madrigale monodico e apportando un certo numero di modifiche soprattutto melodiche, atte a renderlo “più rinascimentale” possibile nella sua ampia e (fin troppo) distesa cantabilità; nonostante alcuni suoi difetti tecnici di partenza, però perfettamente giustificabili in un’ottica di manieristico comporre …

      La questione è densa di significati e per adesso occorrerà semplicemente confrontare le due versioni – la sua e la mia – e spiegare per quanto possibile il senso delle modifiche apportate.
      E solo dopo averle capite bene e bene spiegate in una particolareggiata descrizione analitica.
      Su questo Post trovate le due versioni in PDF, i due file-audio via e-mail.

      Il Prof – che lavora anche di domenica –

  19. Carmelo Lamonica ha detto:

    Salve Maestro,
    le invio in allegato la fughetta completa.
    A domani.
    Carmelo

    • musicaemusicologia ha detto:

      Non c’è male. Vorrei provare a parlarne domani lunedì magari completandone la revisione in classe. Vedremo se sarà possibile.
      Il Prof

      Ti aggiorno la risposta oggi, giovedì:
      Caro Carmelo
      hai fatto un buon lavoro dimostrandomi che hai non solo un buon intuito musicale e una discreta conoscenza dell’armonia, ma che hai studiato e capito l’argomento in maniera soddisfacente.

      Ti ho eliminato alcuni inconvenienti armonico-contrappuntistici – tra cui un paio di ottave reali – ma soprattutto ho cercato di rendere più consequenziale la qualità melodico-figurativa della trama continua fittamente contrappuntistica.
      In tal senso vedi di cogliere la funzione ritmico-tensiva della syncopatio, presentata già nel I cs; anche per come produttiva di varianti di significato nella testa del Soggetto: al modo di un tema melodico che trova difficoltà a prodursi proprio a causa della distorsione sincopante

      Infine avrei messo un testo per completare il lavoro nella duplice maniera prevista – trama continua barocca e rapporto testo-musica nella polifonia rinascimental-barocca; ma ho troppe scadenze da tenere a bada.
      Vediamo un pò, se trovo il tempo e la giusta ispirazione ti faccio avere una proposta da completare.

      Tu da adesso occupati delle prove d’esame: questionari e prove compositive.
      Il Prof

  20. Carmelo Lamonica ha detto:

    Ok Maestro, al più presto le consegnerò i lavori. Buon fine settimana.

  21. musicaemusicologia ha detto:

    Da Gabriella.

    Buonasera prof.
    Mi scusi per il ritardo della consegna ma ho appena completato la fuga..
    buona serata

  22. musicaemusicologia ha detto:

    Da Federico

    Salve Prof, le invio un tentativo di breve pezzo romantico…che potrebbe/vorrebbe anche essere uno dei due temi per un eventuale piccolo poema per pianoforte… mi faccia sapere come le sembra.
    Il titolo si rifà ad uno dei temi trattati nel “Così parlò Zarathustra” di F. Nietzsche.
    A presto.

    Federico

    • musicaemusicologia ha detto:

      Caro Federico,
      ho ricavato dal tuo “tentativo” una compiuta composizione, tra il genere Marcia funebre, e l’andamento maestoso (ieratico) di una Sarabanda – una danza processionale in verità, ma molto triste.
      Anche se ho revisionato di getto e dunque mi riservo di riguardarla con attenzione, te la invio perchè tu possa capire e spiegarmi bene il senso – certamente non gratuito – dei miei interventi. E la metto a disposizione dei tuoi colleghi (spartito PDF e file-audio) perchè possano trarre spunti di riflessione.

      A proposito dell’ispirazione visionaria dei romantici e della sua relativa casualità nel rapporto metaforico con la rappresentazione letteraria. Avevo deciso di cercarti un pertinente testo poetico e avevo delle mezze idee su autore e sentimento espresso. Ma, aperto lo scaffale dei miei libri di poesia, la mia attenzione si è posata su una raccolta di versi di Tagore, uno dei massimi poeti indiani (tra l’altro premio Nobel): Ho aperto a caso il volumetto e, con gran mia grande emozione, c’era proprio la poesia che nel tuo spartito utilizzo come “fonte ispiratrice” (a posteriori). E non è che io creda propriamente negli spiriti …
      Il Prof

      • Federico Caramagno ha detto:

        Salve prof,mi scuso per l’eccessivo ritardo nella risposta ma non ho potuto analizzare la sua revisione prima di questi ultimi giorni.
        Credo di aver capito le sue modifiche rispetto alla mia partitura iniziale, in particolare ho notato il modo in cui ha reso più importante il cromatismo discendente da Re# a Re bequadro, rendendolo quasi “tematico” anche a livello di accompagnamento (mi riferisco al passus duriusculus ascendente miss. 4 che poi quasi in “rima” diventa discendente alla miss. 8 e che culmina alla fine del brano con la discesa in assoluto più “triste” del brano: la terza maggiore che diventa minore e la seconda minore come appoggiatura prima della tonica finale.)
        Ho capito anche l’utilizzo dell’abruptio per esempio alle miss 12 e 13 che slanciano di più la melodia, che proprio in quel punto avevo inteso come una sorta di breve sviluppo interno, adesso più rimarcato e potenziato.
        Oltre all’alleggerimento della scrittura, ovviamente non essendo pianista avevo cercato un’armonia più spessa possibile senza sapere effettivamente se essa fosse o no “eseguibile”.
        Ci sono però ancora alcune cose che non mi sono chiare:
        per esempio l’eliminazione del raddoppio all’ottava dei bassi (che avevo preso come modello dalla trenodia di chopin analizzata in classe)
        ma soprattutto non mi è chiaro il cambiamento dell’argomento….la morte di dio che aveva ispirato la mia composizione non era la morte del “dio” religioso, non so se lei conosce il testo di Nietzsche, comunque il termine Dio viene utilizzato da lui per sintetizzare tutti i “valori” etici, morali, religiosi, sociali e politici…valori che si stavano perdendo. Per questo motivo avevo cercato di non rendere il brano troppo “lamentoso”…
        In sintesi, non mi è chiaro il perchè di questo cambiamento di argomento a composizione già iniziata…ci tengo a sottolineare che non è perchè non mi piace il testo del Tagore, ma se la musica composta scaturisce da una visione come si può poi cambiare la visione stessa?

        A presto prof e buona domenica

        Federico

        • musicaemusicologia ha detto:

          Andiamo per ordine, sui tuoi tre punti di discussione.

          1. Bene Federico, sono contento che stai acquisendo i dati di tecnica anche in quanto attribuzioni di specifiche qualificazioni espressive: è lo scopo del mio lavoro almeno al momento e non sarebbe male se tu approntassi – per l’esame e per te stesso – una schematizzazione sintetica, magari su tabella, di tutto ciò; anche per costantemente approfondirla nella tua, spero, costante ed ininterrotta ricerca espressiva del “significato”, a ridosso sempre più immediato, del “ben fatto” …

          2. I sistematici raddoppi d’ottava al basso, magari immaginabili per creare un effetto di maggiore oscurità timbrica in una appropriata orchestrazione (ma sempre ben bilanciando con ulteriori raddoppi nelle altre parti), rendono praticamente ineseguibile lo spartito al pianoforte; se non con una lunga serie, fastidiosa e sovrabbondante, di arpeggiati – che sono senz’altro inadatti al carattere … ritmicamente “perentorio” del brano. Ma soprattutto impediscono una cosa ben più importante: l’attenta qualificazione plastico-scultorea del melos, spesso raddoppiato nel ripieno armonico: si tratta in effetti di una faccenda che troverebbe più sensibili i compositori pianisti di musica per pianoforte, ma in effetti è una scelta che tu stesso avevi avviato e dunque va rispettata, facendoci anche l’orecchio – orecchio interno … certamente, anche se entrambi sappiamo bene come l’audizione interiore si modelli sull’idioma dello strumento che innanzitutto conosciamo e suoniamo (cfr., all’inverso, il precedente brano per liuto-chitarra, quest’ultima tuo strumento): già in questa versione non sono pochi i passaggi di diteggiatura che vanno anche immaginati come di scambio tra una mano e l’altra (avevo già deciso di farti vedere al pianoforte: comunque ricordamelo lunedì). E peraltro avrai fatto caso che in passaggi importanti il raddoppio l’ho mantenuto, appunto perchè lo si può fare con un’accorta diteggiatura evitando i fastidiosi arpeggiati; proprio ricercando l’effetto di profondità “oscurante” da te voluto.

          3. Immaginavo che tu te la potessi prendere per la titolazione, e te l’ho impiantata sul sito in una maniera – forse non tanto chiaramente (è il guaio del mezzo di comunicazione) – tra lo scherzoso o il propositivo alternativo. E peraltro mi sembrava abbastanza chiaro che per te io avessi capito quello che adesso mi stai confermando: la “morte” di Dio come metafora. Forse sei tu che non conosci, oltre il ben più importante Nietzsche – ma altrettanto ben problematico nel suo variamente interpretato pensiero filosofico – il testo, appunto sessantottesco, di Guccini, altrettanto ispirato; a cui, scherzosamente, mi riferivo – anche per rimarcare una scelta da altrimenti riqualificare per non correre il rischio del demodè … Ma qui dovrei spingermi troppo oltre sull’argomento e devi per forza fidarti un tantino al momento del mio buon gusto.

          Il punto è un altro: si tratterebbe al momento di mettere semplicemente un titolo ad un brano di carattere indiscutibilmente doloroso. E io proprio rispettando la tua visione metaforica l’ho innanzitutto tradotto in francese, sostituendo “recherche” a “morte”, con l’anteposizione del romantico-modernistico Prélude (se ne trarrai una composizione più grande ovviamente le cose cambieranno, ma al momento la puoi utilizzare come completa per l’esame e per il deposito cautelativo in biblioteca!).
          Adesso penso che al posto del testo che ho aggiunto avresti forse preferito: “Dio è morto. Dio resta morto. E noi l’abbiamo ucciso. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni?”.
          E mi sta altrettanto bene. Io semplicemente ne avevo cercato un altro, ispirato ben altrimenti -certo in una maniera rassegnata ma altrettanto dolorosa. E sono stato incredibilmente fortunato: la storiella del libro aperto … a caso è vera!

          E così ti ho semplicemente dimostrato – a te e, spero, ai tuoi colleghi – che la metafora letterarizzante del cd. musicale “assoluto” può essere plurima e perfino soggetta a ben diversi punti di vista; in tal caso la morte si aggiunge e diventa rassegnata mediazione tra l’assenza (il dolore per il mondo …) e il sacro (Dio come essenza alternativa all’esistenza).

          Certo Tagore in quanto tale è un’altra storia sul piano letterario, ma comunque, quanto alla musica, si tratta pur sempre di una Sarabanda/danza processionale in Trenodia/canto funebre.
          Però se ti piace di più il testo che ho qui riportato, od altro analogo, puoi sostituirlo tranquillamente e, in tal caso, premettere come altro titolo Prélude à la mort de Dieu. In italiano, ripeto, suonerebbe esteticamente proprio male e non te lo consiglio (abbi fiducia …) …

          Fammi comunque riavere il file in Finale con titolo e nuovo testo poetico scritto da te.
          Nel frattempo credo – appunto per questa discussione maieuticamente elaborata – di avere raggiunto l’ulteriore scopo dimostrativo che mi ero lucidamente prefisso. 🙂

          Il Prof (molto soddisfatto)

      • Federico Caramagno ha detto:

        Buonasera prof…il testo da lei riportato era esattamente quello che avevo in mente! =D Inoltre avevo pensato anche alla scena del “mercato” come seconda ambientazione dello stesso tema (un po’ come abbiamo visto in Liszt con il tema di mephisto e lo stesso tema nel bosco), ma vorrei prima provare (tempo permettendo) a comporre un secondo…… preludio ?? …. riguardante l’alba del superuomo, che potrebbe poi essere il materiale essenziale per un poemetto per pianoforte.
        Anche perchè vorrei imparare a scrivere meglio per questo strumento.
        Per quanto riguarda il titolo del preludio sulla morte di dio, devo ammettere di non essere un amante della lingua francese, mi fa perdere il senso di profondità e oscurità che volevo dare a questa composizione…troverò qualcosa.
        Ah devo anche avvisarla che questa settimana non potrò venire a lezione.

        A presto
        Federico

  23. gabriella ha detto:

    Salve prof,volevo chiederle se è possibile ricevere i files delle prove d’esame su finale..Buona giornata..

  24. musicaemusicologia ha detto:

    Da Laura
    Buonasera prof, le invio le prove d’esame
    Laura.

  25. musicaemusicologia ha detto:

    Ok Laura,
    mica male come prima volta.
    In classe lunedì ne parlerò e ti chiarirò al meglio.
    Il Prof

  26. Laura Galofaro ha detto:

    Va bene prof, a presto 🙂
    Laura

  27. Simona Damiano ha detto:

    Salve prof. Glielo scrivo anche qui. Le ho inviato la scansione delle prove d’esame completate. Spero li abbia ricevuti. A presto. Simona

  28. Martina Magrelli ha detto:

    Buongiorno Maestro, le invio le mie prove d’esame. Martina.

  29. Federico Caramagno ha detto:

    Salve prof, le mando una composizione di stile modernistico, so bene che non ha niente a che vedere con il modello che lei ci aveva dato, ma era da un po di tempo che avevo in mente di fare questo “esperimento” (ispiratomi da Ravel) e ho pensato che questo modulo era il più adeguato, anche considerando l’armonia abbastanza “sporca” che ho utilizzato.
    A presto
    Federico

    • musicaemusicologia ha detto:

      Ok, Federico. Sono sempre degli impegni che ci si assume e dunque sempre apprezzabili:
      qui trovo senz’altro interessante l’idea di base ma forse ancora da lavorarci ad un superiore livello.

      Peraltro se osservi proprio gli esempi di Bartok nelle slide del modernismo troveresti degli spunti interessanti quanto meno sul piano ritmico. Così nel tuo caso scrivi 4/4 ma in realtà elabori metricamente uno stabile 3+3+2 (come puoi osservare proprio nelle grafie proprio dei sei brani che chiudono il Mikrokosmos bartokiano).

      Perchè allora non considerare il tuo lavoro come un impianto armonico-testurale da elaborare adesso sul piano dell’invenzione figurativa? Ovviamente non di melodie accompagnate classico-romantiche nè di polifonie poli-melodiche rinascimental-barocche, semmai di sovrapponibili fasce testurali a vario gradiente meloarmonico (tra il melodico-anamelodico e l’armonico-anarmonico).

      Nella prossima lezione vedrò di dare, al proposito, una schematizzazione con diversi riferimenti stilistici e magari qualcuno più appropriato al tuo.

      Il Prof

      • Federico Caramagno ha detto:

        Salve prof, ho visto che alla fine ha voluto conservare il brano modernistico come da me concepito, però potrebbe mandarmi ugualmente quello spunto iniziale che mi aveva fatto vedere a lezione perchè (tempo permettendo) vorrei provare a svilupparlo un po meglio.
        Per quanto riguarda il pezzo romantico stavo per mandarglielo con il nuovo testo e titolo, ma mi ha anticipato, io avevo messo “Der tod gottes” ma anche il suo titolo mi piace molto.
        Grazie e a presto
        Federico

        • musicaemusicologia ha detto:

          Il mio titolo è puntuale, riguarda il fatto, per così dire al momento dell’accadimento; mentre il titolo che avevi in mente tu potrebbe riferirsi ad un polittico del genere, ad esempio:

          1)Il brano minimalista “contemplativo” già vomposto in Fa#M, preceduto da un breve Prologo in fa#m e seguito da un’analoga Coda di collegamento; –>

          2) Un brano “tempestoso” di annunciazione del … dramma in fa#m;

          3) La trenodia già composta come momento epifanico (magari con un Trio interno in MibM/dom, di “fuga” mistica …) –> la m;

          4) Un brano contrastante riferito alla volgarità corrente delle umane cose in dom/MibM…

          5) Un Finale di sintesi e di … catarsi in fa#/LaM…

          Ovviamente sto inprovvisando, perchè l’ispirazione dovrebbe innanzitutto essere certamente la tua …
          Però è importante fare prima esperienza di analisi e il brano che ho inviato e appena messo sul sito da analizzare sembra fatto apposta oer mostrarti contaminazioni stilistiche a noi utili.
          Il Prof

  30. Nereide Geraci ha detto:

    Buongiorno professore, le invio alcune prove d’esame svolte e copiate su finale. Scusi se gliele mando tutte in una volta ma non ho avuto tempo di passarle su finale prima e quindi si sono accumulate.
    Ho avuto qualche problema nel ricopiare l’esercizio tratto da J. des Préz perché inserendo le voci (tenore e soprano) mi compare una striscia blu sui pentagrammi…anche quando avevo scritto la fughetta mi era successo ma allora ero riuscita a risolverlo…solo che non ricordo come.
    Mi scusi anche per martedì, non sono riuscita a spostare la lezione ed era una lezione di duo di chitarre dunque saltandola l’avrei fatta perdere anche al ragazzo che suona con me.

    • musicaemusicologia ha detto:

      Per Nereide e per tutti.

      Ok, Nereide, ti conosco oramai come una studentessa coinvolta e seria e non c’è bisogno che ti giustifichi in casi come questo.
      Peraltro va detto – e non solo a te – che il seminario, contrariamente alle mie (e non solo alle mie) aspettative, è stato impiantato esclusivamente come un master pianistico; il cui indubbio interesse avrebbe trovato risposte effettivamente apprezzabili solo alla presenza di studenti (più o meno) tutti preparati appositamente sul repertorio di musiche pianistiche polacche da Chopin ai giorni nostri.

      E, altra cosa per me ulteriormente ingiustificabile, che la presenza adeguata allo stesso era garantita pressochè esclusivamente dai miei studenti (io non sono un docente di pianoforte, tra l’altro …) – studenti appositamente da me coinvolti – e dunque dalla loro serietà e coinvolgimento (come dire che, in nostra assenza, il seminario sarebbe stato seguito solo da meno di una decina di persone, organizzatori inclusi!).

      Miei studenti di cui – come docente e, innanzitutto, come “educatore – non posso pertanto al momento che andare fiero. E arrivando perfino anche a giustificare alcuni svarioni, che in altri momenti non avrebbero mai dovuto accadere (leggi: un paio di performance poco adeguate al contesto …).

      Proprio per questa generale vostra adesione all’impegno da me proposto (pianisti e non) ho allora cercato già in itinere di predisporre situazioni e materiali utili a meglio sfruttare l’esperienza, comunque preziosa. E difatti vi ho distribuito nel pomeriggio diverse copie dell’interessante – e pur semplice – composizione “Three Sketches in Retrospect” del M° Dutkiewicz: da me stesso predisposte nel frattempo autonomamente in istituto, affinchè il successivo ascolto della performance della stessa rimanesse indelebile nella vostra memoria. E al più presto – non nel sito, per questioni di copyright, ma via e-mail – vi farò avere a tutti lo spartito in PDF.

      Difatti proprio perchè ogni esperienza, se in qualche modo preziosa, va sempre meglio “schedata” e conservata proficuamente nella memoria di chi vi ha partecipato (ma anche di chi vuole comunque trarne giovamento) io vi ho già, nella stessa giornata dl seminario, preparato un questionario di analisi, al fine della migliore e più profonda lettura del trittico in questione, sia complessiva che nei particolari.
      Tale lavoro di analisi lo predisporrò via via con cura in questa lezione di verifica, affinchè ciascuno di voi sappia dare il suo meglio al proposito.
      In tal senso i lavori migliori, o separatamente o congiuntamente, verranno non solo utilizzati proficuamente ai fini dell’orale d’esame (perfino del I anno …); ma anche pubblicati nel sito e, eventualmente (se la cosa potrà farvi piacere), forniti allo stesso Maestro, come un omaggio dei partecipanti al suo seminario siciliano: un pò per farci “perdonare” per una certa trascuratezza – istituzionale e territoriale … – della compiuta esperienza didattico-formativa, in quanto risultata un poco adeguato master pianistico. E un pò per farci altrimenti apprezzare sul versante di mia e nostra, al momento, più specifica competenza; quella appunto teorico-analitica.

      In definitiva perchè siamo siciliani – con tutto ciò che questo può comportare nel bene e nel male – e dobbiamo sempre mostrarcene fieri in ogni esperienza che ci metta in mostra, tanto con le nostre grandi ricchezze individuali quanto con le nostre (forse evitabili) inadeguatezze.

  31. musicaemusicologia ha detto:

    Per Stefania (e per tutti).

    Pubblico la “tua” fughetta. Vedi soprattutto di saperla ben descrivere per l’esame orale. Nota, al proposito l’inserimento in chiusura di frammenti del Soggetto in aumentazione: frammento della testa – nell’essenzialità del tratto sincopato – e frammento della testa- corpo – la clamosa discendente in vari “rallentandi” (dalle semicrome alle crome alle semiminime alle minime!), appunto a sottolineare la chiusura definitiva a partire da un tratto-chiave dell’enunciazione tematica, adattato alla cadenza finale.

    Solo per la buona volontà che mi hai espresso, e anche a prescindere del risultato del tuo impegno, mi hai dimostrato di avere carattere e buona volontà: adesso questo mese impiegalo per programmarti la migliore riuscita dell’esame.

    Il Prof

  32. Caramagno Federico ha detto:

    Salve prof, la sua idea mi piace molto, sto gia cercando di elaborarla, anche se non sono sicuro che arriverò a completare un lavoro di tale spessore in così poco tempo.
    Intanto le mando il brano “tempestoso”, composto anche in maniera un po “tempestosa” dopo uno sguardo alle diverse partiture che ci ha lasciato.

    Volevo chiarire solo alcuni punti:
    Intanto la tonalità del brano “minimalista, è vero che termina in fa#maj tuttavia l’armatura che ho messo in chiave è quella di Si maj e questo perchè quasi tutto il brano è basato su un IV – V che non risolvono, e che per questo motivo avevo pensato come una sonorità di Mi vagamente lidio, disturbato da un’armonia sporca. Il fatto che poi il brano termina in Fa# maj era per dare importanza a quella nota fissa (appunto Fa#).

    Per questo motivo il secondo brano “tempestoso” ho voluto farlo con una struttura simile, e quindi una prima parte in Mi che oscilla fra un Mi min e un Mi lidio per poi far arrivare in maniera epifanica uno stabile Mi maj.
    La parte centrale è solo di passaggio e riprende la prima parte un semitono più su per poi arrivare ad un nuovo momento epifanico che però è in Fa#min (come da lei suggerito al punto 2) però in modalità dorica.

    Per quanto riguarda il punto 4, mi piace molto lo spunto di ispirazione che mi ha dato, e stavo pensando se non era fuori luogo (dato l’argomento) comporre il brano in maniera seriale piuttosto che in dom/Mib maj, magari preparando l’atmosfera già nel trio del brano precedente con una fuga mistica basata sulla stessa serie.

    A presto
    Federico

    • musicaemusicologia ha detto:

      Caro Federico,

      procedi pure come senti tu di dover fare. I miei sono solo stimoli …
      In realtà però immaginavo il Finale come una sintesi (di integrazione tematica) di quanto svolto prima. Però l’idea di una Fuga modernistica non mi dispiace: potresti rifarti ad un impianto più o meno cromatico-seriale che ricavi il suo ordine da elementi inseriti in precedenza …
      Vedi un pò tu …

      Il brano che hai appena svolto non mi dispiace certo e me lo ascolterò con attenzione prima di parlarne; certo unisce con il precedente, tanto da poterne diventare un tutt’uno … Credo che fin d’ora bisognerebbe però unire con la Sarabanda-Trenodia: magari inserendovi un Trio minimalista e seriale o, addirittura, anametrico allo stesso tempo: cfr. per un verso del brano del compositore polacco, che vi ho mandato e messo nel sito per l’analisi, sia la sezione mediana “seriale”-anametrica di Hymnus, sia la sezione mediana in “regressione (retrospezione) stilistica” di Mazurka.

      A presto.
      Il Prof

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